Deadsoul Tribe – Some things you can’t return

Ecco un brano dei Deadsoul Tribe, tratto dall’album A murder of crows.


ABC

La definizione? Diciamo “scienza della mente”, ma potremmo estenderla a “scienza della vita” e per certi versi “scienza del ti guardo negli occhi e so chi sei”. Andiamo con ordine.

Il termine nasce nel XVI sec con Filippo Melantone, semisconosciuto teologo amico di Lutero, ma studi pseudopsicologici furono fatti anche da Ippocrate e Galeno( vedi caratterologia, teoria ripresa in seguito anche da Hans Eyesenk, quindi un fondo di verità ce la aveva ). Inizialmente considerata una branca della filosofia, e per certi versi legata ancora oggi ad essa, si staccherà ufficialmente dalla magister vitae con la fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia di Wilhelm Wundt nel 1879: meglio tardi che mai. Per tutto il periodo A.F. ( ante Freud ) si tratta semplicemente di una classificazione di comportamenti dei soggetti “normali”, al fine di raccoglierli tutti: Titchener, uno dei primi psicologi americani a lanciarsi nel campo dell’introspezione, e allievi classificarono circa 44000 qualità sensoriali differenti alla Cornell University dello Stato di N.Y.. Un lavoro più da fisiologi che da psicologi. Questa noia terminò all’alba del XX sec con un certo Sigmund Freud che decise di distruggere più di un secolo di lavoro sperimentale e di riscrivere la psicologia da capo. I martelli usati? Inconscio, es, io, superio e… sesso ( o istinti sessuali se il vostro superio ha problemi con questa parola, ma state certi che il vostro es e il vostro dna non hanno problemi ). Ovviamente in età vittoriana questa serie di martellate fu digerita male e ancora oggi la comunità scientifica attiva dei “meccanismi di difesa” ( per dirla alla Freud ) contro la psicoanalisi. Oggi abbiamo un’infinità di approcci alla materia. Proviamo ad elencare i maggiori.

Psicoanalisi

Maggiori esponenti: Freud, Adler e Jung ( anche se gli ultimi due nel corso del tempo presero le distanze da Freud a causa della teoria degli istinti sessuali )

Termini chiave: a quelli che ho già elencato prima aggiungo libido, sogni e isteria

Plus: sveglia mondo! Che voi vogliate ignorarli o no, la vita è fatta di istinti ( e citando Blade, “La sete vince sempre” ); tratta moltissimi temi; l’unica che prende seriamente in considerazione l’inconscio

Minus: mancanza di scientificità ( il 90% di ciò che Freud ha scritto non è stato mai provato ); mancanza di chiarezza nei termini chiave; discutibile la visione della persona come sistema energetico

Cognitivismo

Maggiori esponenti: Bandura, Chomsky, Neisser

Termini chiave: razionalità, paradigma mente-software, modello TOTE

Plus: scientificità, grande chiarezza nei concetti chiave

Minus: tratta pochi temi, lontananza dalla vita reale ( esperimenti solo in laboratorio e rifiuto del concetto di inconscio ), debolezza del paradigma mente-software

Comportamentismo

Maggiori esponenti: Pavlov, Watson ( “datemi una dozzina di bambini sani, ne potrei fare dei buoni dottori, magistrati o artisti” ), Skinner, Tolman

Termini chiave: comportamento manifesto, stimolo-risposta, rinforzo, apprendimento

Plus: grande attenzione al corpo, forza del condizionamento classico e operante, scientificità

Minus: ignora la mente, ignora l’inconscio, gravissimo incidente del piccolo Albert

Queste ultime due teorie si sono recentemente messe insieme per detronizzare la psicoanalisi nella psicologia clinica ( oggi in psicopatologia si parla di terapia cognitivo-comportamentale ), dimenticando la loro storia e le loro divergenze, ma per i soldi e la fama questo ed altro

Teoria dei tratti

Maggiori esponenti: Costa, McCrae, Allport, Eyesenk, Cattell

Termini chiave: analisi fattoriale, estroversione, superfattore, ipotesi lessicale fondamentale

Plus: ampio uso di ricerca correlazionale, ipotesi rivoulzionarie, legami con la biologia

Minus: abuso dell’analisi fattoriale, confusione sulla definizione di tratto ( resta coerente?quanti sono i tratti? ), omissioni sul concetto di cambiamento


Opinioni

Diciamo che… in modulo la pensiamo allo stesso modo.


Un anno di Eee PC

È ormai passato più di un anno da quando ho acquistato il mio Eee PC 1000H e dopo un intero anno di utilizzo posso finalmente scriverne una recensione rigorosa.

La versione che posseggo è quella con Microsoft Windows XP Home Edition, con 1GB di ram e disco rigido da 160GB, senza alcuna modifica.

Per i primi mesi di utilizzo l’ho sfruttato poco, perché non ne avevo molto bisogno, ma in seguito alla rottura del mio pc fisso è diventato il mio unico computer.

Portabilità
Molti computer vengono definiti portatili anche se hanno monitor da 15″ o 17″, ma dopo aver avuto a che fare con un computer con schermo da 10″, l’unica definizione che mi viene in mente per quei notebook è spostabili. Il monitor da 10″ dell’Eee PC 1000H è davvero un punto di forza: è piccolo quanto basta per essere portato in giro e grande quanto basta per riuscire ad utilizzare il computer senza problemi.
I luoghi in cui l’ho utilizzato sono stati i più svariati: a casa, all’università, in classe, in biblioteca, al ristorante, al bar, in treno… Essendo piccolo non dà neanche molto nell’occhio e grazie al mouse multitouch risulta facile la navigazione nel web anche senza mouse esterno.

Autonomia
Un altro motivo per cui adoro questo portatile è la sua autonomia. Non mi è mai capitato di rimanere con la batteria scarica, infatti anche navigando in internet, in modalità Power saving, 4 ore le ho sempre raggiunte senza problemi. Se poi seguo particolari accortezze come disattivare webcam, bluetooth e tutte le periferiche usb e spegnere il monitor con l’apposito pulsante nei momenti in cui non utilizzo il computer, l’autonomia sale fino a 5 ore!

Un episodio simpatico che mi va di raccontare è accaduto in aula all’università, durante un’esercitazione con MatLab: per questa occasione tutti i miei colleghi avevano portato i loro computer portatili, qualcuno acquistato apposta per l’università, dalle caratteristiche più disparate: monitor HD, lettore Blu-ray, telecomando, sintonizzatore TV, lettore di impronte digitali. Ovviamente tutti denigravano il mio «piccolo ed economico portatile» che non aveva nessuna di queste utilissime funzioni.
Col passare delle ore però, vedevo sempre più persone abbassare il monitor del computer a causa dell’assenza di prese elettriche nell’aula: dopo neanche due ore ero rimasto l’unico ad avere il pc funzionante, con un’autonomia di altre due ore abbondanti, e a quel punto sono stato io a ridere :D.

Tastiera e touchpad
Una delle caratteristiche di questo computer che temevo quando l’ho acquistato era la tastiera. Essendo infatti più piccola delle tastiere tradizionali avevo paura che fosse problematico utilizzarla. Le prime settimane avevo infatti problemi con il tasto Shift di destra, che si trova nella scomoda posizione a destra della freccia su. In realtà non c’è voluto molto ad abituarsi e in questo momento sto scrivendo questo articolo proprio con la tastiera in questione. Dopo un po’ ci si abitua e si riesce a scrivere senza problemi proprio come se fosse una tastiera tradizionale.

Per quanto riguarda il touchpad, la caratteristicha del multitouch lo rende senza alcun dubbio molto più comodo dei touchpad tradizionali, ma non riesce comunque a raggiungere la comodità del mouse tradizionale.
Grazie alle funzioni di scrolling a due dita, di pagina indietro/avanti con tre dita e di click semplice, destro e centrale con una, tre e due dita, la navigazione su internet è molto semplificata.
Resta il fatto che è comunque molto più comodo avere un mouse usb da collegare al pc, quando se ne ha la possibilità.

Schermo
Molte persone hanno paura ad acquistare un Eee PC per le dimensioni ridotte del monitor. Io non ho problemi di vista e vi assicuro che 10 pollici sono sufficienti ad utilizzare il computer senza problemi. La risoluzione 1024 x 600 permette un’ottima visualizzazione di quasi tutte le pagine web, senza barra di scorrimento orizzontale; con alcune particolari accortenze nel browser (icone ridotte, barre di navigazione ridotte al minimo) la navigazione nel web risulta piuttosto piacevole.

Nonostante le ridotte dimensioni, risulta piacevole persino la riproduzione di film. Inoltre, essendo così piccolo, lo si può tenere a letto sul cuscino per guardare film nel massimo del confort!

Essendo uno schermo piuttosto economico non è fatto per giocare (del resto parlano le caratteristiche hardware), infatti se capita di trovare sfondi di pagine web spixellati che durante lo scrolling costringono il monitor ad un rapidissimo refresh dei pixel, si notano dei difetti nella visualizzazione.

Hardware
Per quanto riguarda le caratteristiche hardware, ero consapevole di cosa avrei avuto sotto mano già dall’acquisto. Il processore è un Atom N280 da 1.6 GHz, ma nonostante la bassa frequenza a cui lavora è studiato con in modo tale da permettere l’utilizzo del computer con fluidità. Infatti supporta la modalità di Hyper-Threading che permette al sistema operativo di vedere il processore come un dual-core, per poter lavorare parallelamente come se avesse due core. La ram fornita è 1GB, ma supporta fino a un massimo di 2GB.
Dopo un anno di utilizzo devo dire che Intel è riuscita a progettare un processore veramente notevole. Infatti oltre a riscaldarsi pochissimo (se si lavora in Power saving mode è quasi sempre freddo, in confronto ad un qualsiasi altro portatile), con conseguente basso consumo di energia, permette di regolare la frequenza del clock direttamente dal sistema operativo, grazie ad un software fornito dalla Asus che è EEE Super Hybrid Engine.
Quando si dice che l’Eee PC non è concepito per giocare, ci si riferisce ovviamente ai giochi usciti nel periodo di commercializzazione dell’Eee PC. Ma non dimentichiamoci che negli anni ’90 si giocava a Flight Simulator con un semplice Pentium III 500 MHz, e ancora prima si giocava persino con i 286. Con questo voglio dire che c’è una vastissima gamma di videogiochi che gira senza alcun problema sull’Eee PC, che non sia necessariamente dell’epoca.
Ovviamente non potrete giocarci a Crysis ma, ripeto, l’Eee PC non è certo un computer destinato ai videogiochi.

Per quanto riguarda la grafica, programmi come GIMP, Photoshop e Autocad girano senza alcun problema e si riesce persino a lavorare in 3D con programmi tipo Google SketchUp.
Nel calcolo puramente numerico si è sempre detto che l’Atom non è proprio il massimo, ma è da un anno che utilizzo programmi come MatLab e Wolfram Mathematica 6 senza alcun problema. Magari Mathematica ci può impiegare 4 secondi invece un decimo di secondo, per risolvere un’equazione differenziale non lineare, ma per quanto mi rigurada, non vado di fretta 🙂 .

Connettività e periferiche
La connettività è un altro punto forte dell’EeePC 1000H, è infatti dotato sia di bluetooth 2.0 che di wi-fi b/g/n. Il mio Eee PC non ha il modem 3G che permetterebbe di collegarsi ad internet tramite una scheda SIM, ma non era una caratteristica da me richiesta.
Il wi-fi, nonostante supporti il draft N e abbia un buon raggio d’azione, non supporta l’injection, quindi se avevate intenzione di testare la rete wi-fi dei vostri vicini di casa, scordatevi di farlo con la scheda wi-fi integrata :P.

L’Eee PC 1000H ha un hard disk SATA da 160GB che per me è estremamente capiente.

La webcam da 1.3 megapixel fa egregiamente il suo lavoro. Dato che è difficile descriverne la qualità delle immagini a parole, ecco un’immagine scattata all’aperto in un giorno di pioggia:

Non sarà certo una macchina fotografica, ma per comunicare con Skype e simili è perfetta.

Una caratteristica di quasi tutti gli Eee PC che non mi ha affatto dato problemi è l’assenza di un’unità ottica. Ormai i file si scambiano quasi esclusivamente tramite penna USB e in un anno intero di utilizzo non ho quasi mai avuto bisogno di un lettore CD o DVD. Ho acquistato un masterizzatore USB perché quello del pc fisso si era rotto e pensavo che essendo USB mi sarebbe potuto servire sull’Eee PC, ma fin’ora non è quasi mai capitato.
L’unica volta che ho utilizzato il lettore DVD per l’Eee PC è stato per installare Windows 7, che però ho abbandonato dopo poche settimane per tornare ad XP. Funzionava una meraviglia, in versione Professional, ma sono troppo abituato ad XP e devono passare ancora molti anni perché cambi sistema operativo!

Per quanto riguarda l’audio c’è poco da dire. Quando riproduco filmati o brani musicali collego sempre l’Eee PC ad un impianto di casse 2.1 e uso raramente le casse integrate.
Non sono molto potenti, si adeguano allo standard di tutti i portatili con cui ho avuto a che fare, ma installando il programma SRS Premium Sound si guadagnano un bel po’ di decibel grazie ad una preamplificazione digitale.

Applicazioni
Molte delle applicazioni fornite con l’Eee PC sono per me inutili e infatti appena l’ho acquistato ho fatto una bella pulizia con Revo Uninstaller. Le uniche applicazioni rimaste sono: ASUSUpdate per gli aggiornamenti del bios, EeeInstantKey per i tasti di funzione rapida, EEE Super Hybrid Engine per gestire le prestazioni e autonomia del processore e infine EeePC Tray Utility per abilitare e disabilitare le periferiche integrate.

La versione Home Edition di Windows XP alleggerisce di molto l’EeePC, risparmiandogli l’esecuzione di numerosissimi servizi di rete, il più delle volte inutilizzati.

Conclusioni
Per concludere, l’Eee PC 1000H è un computer meraviglioso, che non cambierei per niente!
È possibile utilizzarlo come unico pc, se non si hanno particolari pretese, ma se lo si utilizza come «estensione portatile» di un pc fisso, diventa veramente il massimo.
In un anno di utilizzo non mi si è mai bloccato e si può riscontrare qualche piccolo rallentamento solo quando si lavora in Power Saving Mode, di default quando è a batteria.

Il prezzo si aggira attorno ai 300€.

È un computer che consiglio vivamente agli studenti universitari e a chi ha bisogno di un portatile che sia veramente portatile e non abbia particolari pretese quanto a prestazioni.


Che freddo.

Ghiaccio di fuocoOggi fa così freddo, che la temperatura è tanto bassa da poter essere approssimata con il suo seno.

Specie per chi è abituato a temperature positive…


Kelvin o gradi Kelvin?

lord kelvinSpesso si sente parlare di temperature in Kelvin o gradi Kelvin indistintamente, al punto che un mio professore universitario li chiama “gradi” ma li indica con il simbolo K, domandandosi perché non si utlizzi il tipico simbolo del grado (°), come per i gradi Celsius.
Non tutti sanno infatti che le temperature della scala assoluta, fino al 1967, anno in cui si svolse la tredicesima Conferenza generale dei pesi e delle misure, erano indicate con i gradi Kelvin, il cui simbolo era proprio °K. Fu durante questa conferenza che infatti si decise di fare chiarezza tra le scale della temperatura, lasciando la definizione di “grado” soltanto per le scale relative, ossia quella Celsius (°C) e Fahrenheit (°F), modificando il nome della scala assoluta in Kelvin, il cui simbolo divenne semplicemente K.

Una modifica di questo tipo fu subita anche dalla scala Celsius: essendo infatti stata definita in base a due punti di riferimento, congelamento ed ebollizione dell’acqua, distanti 100 gradi, fu chiamata per un certo periodo di tempo centigrada.
Solo nel 1948, durante la nona Conferenza generale dei pesi e delle misure, si adottò il nome del suo inventore Celsius per evitare di creare confusione con il significato del prefisso centi-.


Se la Terra avesse gli anelli…

Come apparirebbe il cielo terrestre, se la Terra avesse gli anelli come Saturno?


L’ultima domanda

universoEcco uno dei racconti più belli di Isaac Asimov.

Trama (da Wikipedia):

La storia narra dell’evoluzione di un computer chiamato Multivac e del suo rapporto con l’umanità, spiegato attraverso sette diverse ambientazioni storico-temporali. La prima si svolge nell’anno 2061. In ognuna delle prime sei ambientazioni uno dei personaggi pone al computer una domanda, cioè come si possa affrontare la minaccia alla sopravvivenza umana a causa della morte termica dell’universo. Così come gli stessi personaggi della storia riconoscono, la domanda è equivalente a dire: “Può la seconda legge della termodinamica essere invertita?”. Ogni volta il computer si trova nell’impossibilità di rispondere, affermando di avere “dati insufficienti per una risposta significativa”

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